Presentazione

Il 6 dicembre 1993, veniva aperto il reparto di Unità Spinale nell’ospedale Santa Maria della Misericordia, polo chirurgico che integrava il polo riabilitativo del Gervasutta.

Era nato per dare finalmente una risposta e una collocazione ai pazienti traumatizzati che, all’epoca venivano trasferiti in Veneto. Questo creava difficoltà nella gestione di pazienti critici ma soprattutto dilazionava un intervento chirurgico di decompressione delle strutture nervose.

Il reparto si è progressivamente trasformato, sviluppando una chirurgia che si è applicata a tutte le patologie. Mantenendo il rigore concettuale, sono state introdotte moderne strumentazioni che hanno offerto nuove soluzioni a differenti patologie. Per sottolineare ciò, ha cambiato nome in “Chirurgia Vertebro-midollare” ma questo non ha mutato la relazione con il Gervasutta nel percorso di cura integrato del paziente con lesioni vertebro-midollari.

Nel corso del convegno saranno presentate le basi della svolta culturale che ha portato alla costituzione del chirurgo vertebro-midollare, costituito dalla fusione delle competenze neurochirurgiche e ortopediche. Saranno illustrate le innovazioni scientifiche di questi 25 anni e le recenti promesse provenienti dalle novità tecnologiche, che stanno portando ad una mutazione di prospettiva nel trattamento dei pazienti i quali potranno beneficiare di soluzioni ritagliate su misura. Saranno presentati i progressi della preparazione infermieristica che si è evoluta, in reparto e in sala operatoria, al passo con le nuove evidenze e la diversa chirurgia.

La mission rimane curare nel miglior modo possibile i pazienti senza mai dimenticare l’appropriatezza, migliorando le nostre capacità di selezione, ragionando con i pazienti su ciò che ha valore e che porta, in questa sanità, ad assicurare il necessario a tutti, adeguando continuamente la capacità di risposta al mutare dei bisogni e delle caratteristiche dei cittadini.

La lungimiranza dei politici del passato, è stata sostenuta dai politici di oggi. Ha condotto a quello che siamo nel presente e ci fa proiettare in un futuro dove, pur seguendo le evoluzioni tecnologiche, non deve essere mai persa la rigorosità dell’indicazione clinica.

Barbara Cappelletto